Edoardo Raspelli a Bobbio. Lunedì 22 aprile presentazione dei 5 prodotti certificati De.Co

Edoardo Raspelli a Bobbio

Edoardo Raspelli a Bobbio lunedì 22 aprile in occasione della presentazione dei 5 prodotti certificati De.Co. L’amministrazione comunale dello splendido borgo piacentino ha promosso l’istituzione Denominazione Comunale con l’obiettivo di valorizzare e promuovere le specificità dei prodotti agro alimentari presenti nel Comune. E lo ha fatto anche nell’ottica di valorizzazione del territorio e delle attività.

Edoardo Raspelli a Bobbio

L’appuntamento con il giornalista e celebre critico gastronomico è previsto alle ore 10 in piazza Duomo. Assieme a Sara Colonna della redazione di Food, Raspelli presenterà i cinque prodotti attualmente certificati a Bobbio. In particolare sono i maccheroni bobbiesi, le lumache alla bobbiese, il brachettone, la torta di mandorle e il croccante. In particolare all’evento interverranno il sindaco di Bobbio Roberto Pasquali e il vicesindaco assessore a Turismo e Cultura Simona Innocente. Inoltre Maurizio Alpegiani presidente del  Sodalizio Ra Familia Bubièiza e il giornalista Giorgio Lambri. Presente anche il senatore Gianpaolo Vallardi, presidente della commissione agricoltura al senato. Un assaggio dei prelibati piatti verrà offerto al termine della presentazione. 

Cos’è la Denominazione Comunale di Origine (De.Co.)

“Attraverso una semplice delibera comunale il Sindaco certifica la provenienza di ogni prodotto della sua terra” così Luigi  Veronelli spiegava la De.C.O. Un’idea nata dal basso per valorizzare quegli immensi giacimenti enogastronomici che racchiude  l’’Italia. Risorse e ricchezze che appartengono alla terra, al proprio luogo d’origine.

E’ il riconoscimento della tipicità di quei tanti prodotti agroalimentari che non rientrano, per motivi diversi, in altre forme di tutela. Una maniera per legare un prodotto alla sua terra, al suo Comune, al luogo dove esso si produce da sempre.

Protagonista di questa “certificazione” di tipicità, che è essenzialmente un mezzo di promozione, è il comune. Il vero ‘giacimento’ del Paese è costituito infatti dalla grandissima ricchezza di culture, di usi, di tradizioni che si possono incontrare negli oltre ottomila Comuni di ogni parte d’Italia. Tra i ‘giacimenti’ più preziosi c’è di sicuro quello dei cibi, dei vini, delle mille e mille specialità della tradizione gastronomica locale. Non esiste posto, in Italia, dove manchi un esempio di questa

nostra abitudine alla buona tavola, da sempre conosciuta e apprezzata anche all’estero. È una richiesta infinita, che chiede soltanto di essere valorizzata, e che può fornire opportunità economiche sorprendenti.

 I maccheroni Bobbiesi (I macaròn fàt cón l’angùcia)

Sono una sorta di bucatini ma  fatti  con l’ago da maglia per cui la buona riuscita è affidata alla maestria delle massaie che con la loro manualità riescono a tirare il maccherone dello  stesso spessore e della stesse lunghezza. Vengono  conditi con un saporito sugo di stracotto di manzo. 

Le lumache alla Bobbiese (E lümas a ra bubièiśa)

Piatto tipico della vigilia di Natale le lumache venivano raccolte durante l’inverno quando ancora in letargo e opercolate quindi non necessitano di essere spurgate. 

 Brachettone di Bobbio (Ar bragtòn) 

Il nome di questo prodotto ha origini sconosciute; è noto invece che i contadini, dopo la tradizionale uccisione del maiale ad autunno inoltrato, preparavano un brachettone da mangiare a Carnevale e un altro per Pasqua. 

Questo salume si ricava dalla carne della spalla di maiale che viene disossata, speziata, cucita nella sua cotenna e viene messo a stagionare steccato fra due tavolette di legno. Dopo alcuni mesi si tolgono le tavolette ed il brachettone è pronto per essere cucinato. 

Torta di mandorle alla bobbiese (Ra tùrta d’armandul)

tipica ricetta medievale bobbiese, a base di farina di mandorle e mandorle tritate, tuorli d’uovo e albumi con zucchero.

croccante (crucànt)

dolce di mandorle tostate intere e a pezzi e zucchero caramellato. La tradizione di Bobbio è quella di  rovesciare l’impasto in uno stampo o in una zuppierina ben imburrati e, con un limone o una mela, premetelo bene all’interno modellandolo per dargli la classica forma a cestino. 

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