Pertite, ordine agronomi e forestali: “Mai interpellati dal Comune”

Pertite. Valutare il grande beneficio ambientale delle fasce boscate e sfruttare le potenzialità della vegetazione preesistente. Due punti cruciali, secondo l’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali di Piacenza, per valorizzare l’ex area delle Pertite come parco pubblico. Nel contempo, però, i Dottori agronomi fanno notare di «non essere stati interpellati» sull’affidamento dello studio progettuale della trasformazione delle Pertite in parco.

La nota dei dottori agronomi e forestali

«Abbiamo più volte espresso soddisfazione per l’apprezzamento dimostrato da parte dell’ufficio del verde per la nostra collaborazione, anche informale. Collaborazione offerta alla collettività per il solo piacere di aiutare a risolvere problemi. Questo in attesa che nell’organico del Comune sia inserito un Dottore agronomo, di prossima formalizzazione. Riscontriamo, purtroppo – continua l’ordine professionale -, l’insufficiente confronto con l’amministrazione comunale sulle scelte pianificatorie in materia di verde pubblico e rigenerazione urbana. L’Ordine ha sempre espresso la necessità di poter contare sugli strumenti indispensabili per pianificare i corretti interventi di gestione delle aree a verde pubblico. Il Comune ha sempre risposto che mancavano i soldi per affidare incarichi specialistici o per acquistare software dedicati alla gestione del verde».

“Partecipare ad un “bando continentale” con la firma di un celebre archistar significa senz’altro offrire all’attenzione della Commissione valutatrice un prodotto ben confezionato”. Così prosegue l’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali di Piacenza.

“Auspichiamo che nel gruppo di lavoro “di tutto rispetto”, così come definito dall’amministrazione, ci siano le professionalità tecniche capaci di valutare il grande beneficio ambientale che le fasce boscate nell’area della Pertite già offrono alla città di Piacenza, e che siano quindi presenti dottori agronomi e forestali capaci di leggere le potenzialità “in situ” per assecondare il dinamismo evolutivo del verde preesistente».

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