Una partitura fisica, secondo lo stile inconfondibile di Balletto Civile, per un nucleo allargato di interpreti. Nello specifico uno spettacolo, Premio Danza&Danza migliore produzione italiana 2017, che unisce al nucleo stabile alcuni danzatori diversamente abili avviando nuovi processi e incontri. È “Bad Lambs”. Ideazione, coreografia e regia di Michela Lucenti. Uno spettacolo che vedremo a Piacenza nel cartellone Teatro Danza. In particolare curato da Roberto De Lellis nell’ambito della Stagione di Prosa “Tre per Te” 2018/2019 del Teatro Municipale di Piacenza – proposta da Teatro Gioco Vita. Per la direzione artistica di Diego Maj, con la Fondazione Teatri di Piacenza, il Comune di Piacenza e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano e Iren. Appuntamento al Teatro Filodrammatici venerdì 8 febbraio alle ore 21.
Bad Lambs
I “bad lambs”, gli agnelli cattivi, hanno perso la parte migliore di loro in un incidente stradale. Non tutti se ne rendono conto, ma ognuno è incapace di dire addio al proprio fantasma. Eppure ci provano. In particolare lo fanno sbattendo, perdendo l’equilibrio, tirandosi e spingendosi. E inoltre spaccando porcellane, correndo, alla ricerca disperata di un posto da chiamare casa, che sia un armadio, una canzone neomelodica, una poesia, il passato.
“Bad Lambs” non è una bella favola che ammorbidisce una triste verità. Certo, indaga la grazia con cui un individuo accetta qualsiasi trasformazione o perdita. Si nutre di una dignità che non sta nella bella forma, ma negli sforzi che si fanno per inventarne una. Una volontà determina la differenza fra quello che è stato e quello che non è più, seleziona ciò che del passato può essere utile al presente, e se non trova nulla se lo inventa: autoconservazione.
“Bad Lambs” esplora ciò che possiamo fare quando abbiamo perso tutto. Nello specifico racconta la guerra che l’umanità affronta affinché la morte diventi tragedia. Inoltre affronta il rumore musica, un movimento danza, una parola poesia, la vita un’avventura. L’immenso lavoro laboratoriale da cui deriva lo spettacolo consiste proprio nel tentare di amalgamare corpi diversi per trovare un’armonia, un accordo che sia il comune denominatore di un viaggio nel presente.
La coreografa Michela Lucenti
«Da sempre – spiega la coreografa Michela Lucenti – la relazione è al centro della ricerca di Balletto Civile. Sono convinta che il lavoro creativo attivato dalla relazione sia foriero di grandi sorprese. Ci permette di raggiungere obiettivi insperati nel superamento dei limiti di ciascun interprete. Un processo consapevole e cosciente da parte di tutti non per questo meno osato e forte. In particolare per tendere a qualcosa di universale che il pubblico possa immediatamente comprendere. Essendo performers e artisti non creiamo alcun metodo terapeutico. Infatti per noi l’obiettivo è la scena, lo spettacolo. Questo ci spinge a dare molta importanza al processo. Ci piace raccontare delle storie con il corpo, tutto qui. Ma anche sapere che chi guarda possa sentirsi incluso in queste storie».
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